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Ritorneranno nella sua Ossola il prossimo sabato 27 aprile le ceneri di mons. Antonio Bonzani, fidei donum diocesano per 50 anni missionario a Montevideo, scomparso lo scorso 5 aprile. Saranno tumulate nel cimitero di Villette, in Val Vigezzo, con una piccola celebrazione alle 16. Di seguito pubblichiamo un ricordo del sacerdote di don Ernesto Bozzini, che ha condiviso con lui l’esperienza in Sud America.


Don Antonio Bonzani è stato tra i primi seminaristi della nostra diocesi di Novara a frequentare il seminario per l’America Latina a Verona S. Massimo. “Andai a Verona -scrive don Antonio – nell’ottobre del 1967 e devo dire che l’esperienza del Ceial (Centro Ecclesiale Italiano per l’America Latina) mi ha aiutato a rafforzare e a chiarire meglio il progetto sacerdotale nel dinamismo della comunione tra le Chiese”. Ordinato nel 1970, dopo un’esperienza a Gozzano, nel 1972 monsignor Aldo del Monte lo inviava a Montevideo in Uruguay, accompagnato da don Remo Barberis, pioniere dal 1956. Solo per una parentesi di due anni, per gli studi di Teologia per conseguirne il dottorato, don Antonio rientrò in Italia, per raggiungere di nuovo Montevideo, dove vi rimase fino al decesso avvenuto il 5 aprile 2024. Vari sono stati i sacerdoti diocesani che si sono susseguiti in quella diocesi oltre oceano: don Mario Tridello nel 1974, io nel 1976, don Mario Bandera nel 1977 che venne come seminarista e fu ordinato diacono a Montevideo, don Giancarlo Moneta nel 1979 e don Marco Piola nel 2006. In seguito anche tre laici hanno vissuto una loro esperienza. La ricchezza di questa presenza si inseriva pienamente nel cammino pastorale dell’arcidiocesi guidata da un padre e pastore Mons. Carlos Parteli.

Nel 1979 la missione diocesana

Nacque tra i sacerdoti “fidei donum” presenti in Brasile e in Uruguay l’idea di invitare una delegazione di sacerdoti e laici della diocesi di Novara con il Vescovo Mons. Aldo Del Monte assieme alle religiose e ai sacerdoti che svolgevano il servizio pastorale in America Latina in un incontro da svolgersi a Paulo Afonso in Brasile. Da quell’incontro ne scaturì un maggior impegno nel sentirci una Chiesa viva che si univa a tutti gli sforzi che la Chiesa latino americana aveva assunto, favorendo in modo particolare i laici. Questo impegno stimolò pure la nostra Chiesa gaudenziana.

Sacerdote ed educatore

Don Antonio in quel periodo era responsabile della parrocchia di Santa Teresita e direttore dell’omonimo collegio parrocchiale che raccoglieva bambini e bambine dalla scuola materna alla primaria. Erano gli anni della ferrea dittatura militare che dal 1973 è durata fino al 1985 dove venivano eliminati o licenziati maestri e professori che si dichiaravano in favore dei diritti umani. Don Antonio, per gli studi conseguiti a Verona, ha potuto accedere alla scuola statale superiore: il “liceo 13” come insegnante di Diritto. E’stato per lui un momento intenso anche con la possibilità di incontrarsi con tanti giovani, altrimenti impossibile, perché in Uruguay la scuola è laica, senza nessun connotato religioso. Ha iniziato dal 1987 pure l’insegnamento all’Istituto Teologico aperto a tutti i seminaristi dell’Uruguay assumendo la responsabilità di vice preside e due volte è stato Rettore della Facoltà Teologica dell’Uruguay. Dal 1987 era responsabile del settore di teologia per i Laici dell’arcidiocesi di Montevideo.
I suoi innumerevoli studenti, sia seminaristi che laici, coinvolti dal gusto della teologia, apprezzavano le sue dispense che lui raffinava come un certosino. A gennaio mi ha chiesto che gli portassi il libro di Enzo Bianchi: “Cosa c’è di là – Inno alla vita”, per aggiornare gli appunti di escatologia.
L’attuale arcivescovo, il card. Daniel Sturla, ne sottolinea il ricordo dicendo che “ci lascia improvvisamente dopo aver seminato sorriso e saggezza con pazienza e generosità”.

Le offerte che riceveva le destinava, infatti, per stampare e offrire gratis i suoi appunti data la difficoltà nel trovare i libri di cultura religiosa. Sabato 27 aprile alle ore 16 ci troveremo a Villette e anche noi, come si esprimeva nell’omelia del funerale Padre Valentin Goldie, saremo lì “per celebrare la nostra fede in questo tempo di dolore, per celebrare che crediamo, che abbiamo una strada verso il cielo inaugurata dalla Pasqua del Signore, strada che Egli ha potuto fare perché prima è disceso dal cielo e si è incarnato nel grembo di Maria. Per esprimere il nostro amore per Antonio, che amiamo nella forma in cui i cristiani amano i loro cari defunti. Per accompagnarlo nel suo cammino, così come prima lo abbiamo accompagnato nel suo cammino lungo la storia, adesso accompagniamo, a partire dalla storia, questo fratello che ha iniziato la tappa della sua vita nell’eternità.”

Don Ernesto Bozzini

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