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«Natale è la buona notizia di cui tutti abbiamo bisogno. È la lieta novella della pace. È quel bambino che la porta. Il Vangelo è la buona notizia che Dio reca agli uomini la pace che da soli non sanno trovare. Occorre saperla raccogliere».

Ad affermarlo è Daniela Sironi, responsabile della Comunità di Sant’Egidio, che spiega come metterlo in pratica. «Lo possiamo fare attraverso due segni. Uno sono i pranzi di Natale che, in diverse modalità, offriremo a 2.500 persone nel Novarese. Il secondo segno è quello di raccogliere e diffondere quella pace che viene proposta dalla Chiesa con la Marcia della pace, che noi organizziamo per il primo gennaio. Il Natale, di per sé – commenta – è tragico, perché è la festa di un bimbo che non ha trovato posto. Ecco perché per noi è fondamentale, a Natale, fare posto a Gesù e ai suoi fratelli più poveri, agli ultimi, ai malati, ai carcerati, agli stranieri, agli anziani. A chi abitualmente è escluso».

Non è un Natale controcorrente, «ma un Natale vero. Al centro ci saranno la persona, Gesù e i più deboli. Alle nostre tavole ci saranno italiani e stranieri, giovani e anziani, chi è fuggito dalle guerre e chi mai ha vissuto un conflitto, chi ha una casa e chi non ce l’ha, chi è malato e chi sta bene».
In primo piano l’abbraccio. Sironi lo commenta così: «è più importante servire al pranzo o essere serviti? Il centro, e lo dice Papa Francesco, è l’abbraccio, che diventa l’immagine della pace. Isaia raffigura un banchetto come il futuro del mondo, un segno di vicinanza. A 800 anni dal primo presepe – riprende Sironi – il Pranzo di Natale è un presepe del Terzo Millennio…

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