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Capaci di speranza. È questo il tema al centro della Giornata Mondiale della Gioventù che i giovani da tutta la diocesi vivranno sabato in cattedrale con il vescovo Franco Giulio. Capaci di una speranza che non è quella vuota delle frasi di circostanza. Ma una speranza che è dono di Dio, che ci cambia dentro, che anima e rende viva la relazione con lui e che definisce la qualità dei nostri rapporti.

Oggi viviamo troppe tragedie anche perché non siamo capaci di speranza. Il terribile femminicidio avvenuto in Veneto – l’ultimo degli oltre cento registrati quest’anno – ne è un esempio drammatico. È la speranza cancellata per Giulia, cui un uomo che diceva di amarla ha tolto tutto. È la speranza dimenticata da parte dell’assassino che ha scelto la strada senza uscita di una violenza nichilista. È la speranza nel futuro da riconquistare faticosamente per le famiglie dei due giovani. Ma anche per tutti noi. Verso una società nella quale le logiche del possesso e del controllo sulle donne da parte degli uomini smettano di avvelenare le relazioni.

Il poeta Charles Péguy diceva che le tre virtù teologali – fede, speranza e carità – sono come tre sorelle che camminano tenendosi per mano. Due grandi e una ancora bambina. È la speranza. Tutti al vederle dicono: «Certamente sono le due grandi che trascinano la piccola!». Si sbagliano! È la “bambina” speranza che guida le altre, perché se si ferma lei si ferma tutto.

Ecco perché è importante che mille ragazzi siano insieme nel segno di questa virtù “giovane”. È bello che nel nome di Giulia tanti loro coetanei nelle scuole abbiano deciso di gridare la loro voglia di cambiare con un minuto di silenzio. Di essere davvero capaci di speranza.

Don Fausto Cossalter

Mons. Fausto Cossalter, Vicario generale della Diocesi di Novara

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