Condividi su

“Radetzky’s March-la strada per Novara”, un gioco da tavolo che fa rivivere la battaglia della Bicocca del 1849.

Il war-game è stato presentato a Novara, a Palazzo Bellini, sede storica della Bpn, e luogo non scelto a caso, visto che è dove ha abdicato Carlo Alberto.

All’interno della scatola due mappe con un territorio che va da Magenta e Pavia sino a Vercelli e Casale, pedine disegnate con le divise del 1849 e due dadi.

A essere simulata, dunque, la battaglia di Novara del 23 marzo 1849, quella persa dai piemontesi contro gli austriaci.

A ideare il gioco, Sergio Schiavi, cartografo torinese. E che, da sempre, ha una passione per i giochi storici, che è solito creare dopo accurati studi e ricerche.

Una passione che, come spiega, condivide con lo storico Alessandro Barbero, tra i primi a sperimentare le sue creazioni.

«“Radetzky’s March” (Dissimula Edizioni) – racconta – lo abbiamo già giocato una dozzina di volte a casa mia. Dodici occasioni in cui ha vinto sempre lui, sia che assumesse il ruolo del maresciallo Radetzky, alla guida delle forze imperiali, sia che si calasse nei panni di Chrzanowski», quest’ultimo al comando dei piemontesi.

Questo dimostra come una simulazione, pur se perfettamente corrispondente alla realtà nelle descrizioni e nelle informazioni, può rendere possibili soluzioni che sappiamo non essere accadute,
come la vittoria dei piemontesi sugli austriaci.

«Quanto accade dipende dalle scelte dei due comandanti – rileva Schiavi – e lo scontro di Novara potrebbe anche non verificarsi».

Articolo completo, con altri approfondimenti, si può trovare sul nostro settimanale in edicola dallo scorso venerdì 20 ottobre e disponibile anche online.

Condividi su

Leggi anche

Cirano
l'AZIONE

Cirano in versione rap a Novara al teatro Faraggiana

Monica Curino

l'AZIONE

Novara città Europea dello Sport 2025: la consegna del titolo a Roma

Marco Cito

Humanity
l'AZIONE

Humanity Points a Novara per aiutare chi vive in difficoltà

Monica Curino

l'AZIONE

Cimitero di Novara: previsti una serie di interventi

Marco Cito