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«Sono nato nel XV secolo, dalle mani di uno stampatore tedesco che lavorava in Campania. Un frate della famiglia Caccia – Paolino – mi ha portato a Novara, insieme a tanti altri libri. Poi sono arrivato alla biblioteca Negroni, dove ora mi hanno messo in mostra».

Pagine che vengono da lontano nate dall’intelligenza di personaggi che hanno fatto la storia e dalla pazienza degli amanuensi e dei primi tipografi. Gli incunaboli sono custodi di un passato che parla al cuore degli appassionati. E sembra che lo facciano in prima persona come fossero in grado di rispondere a un’intervista. Ovviamente… immaginaria.

«Sono stato pensato e scritto da un avvocato, scrittore e politico nel primo secolo avanti Cristo. Credo sia molto conosciuto e letto ancora oggi. Si chiamava Cicerone. Sono il “De oratore”, la sua opera retorica più significativa. Ho due fratelli: “Brutus” e “Orator” che compongono quella che gli studiosi definiscono la ‘trilogia retorica’».


Senza fatica e senza occhiali, mostra di incunaboli della biblioteca di Novara

Apertura della mostra a Palazzo Vochieri, fino al 3 giugno a ingresso gratuito


Inizia così il racconto che un incunabolo fa della sua vita lunga sei secoli: dal laboratorio napoletano di uno stampatore tedesco alla biblioteca di un erudito novarese del XV secolo. Un racconto immaginato e scritto mentre alla Biblioteca Negroni è ancora in corso la Mostra “Senza fatica e senza occhiali” dedicata alla storia degli incunaboli e dei loro proprietari.

Il testo integrale si può trovare sul nostro settimanale in edicola venerdì 26 maggio – in tutte le nostre edizioni locali – e disponibile anche online.

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