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Il tema del viaggio nella letteratura è presente sin dalle più antiche culture. Nell’Odissea, il viaggio di Ulisse è legato al ritorno nella propria patria, Itaca ed è il mezzo attraverso cui soddisfa il suo desiderio di conoscenza, ricerca e sfida. Il mitico eroe troiano Enea viaggia per raggiungere una nuova terra e iniziare una nuova vita, mentre Dante attraversa la dimensione dello spirito.

Il viaggio, nella forma medievale del pellegrinaggio, è presente nel poema narrativo “Canterbury Tales” di Geoffrey Chaucer, pietra miliare della letteratura inglese. Geoffrey Chaucer era uno scrittore e diplomatico nato a Londra intorno al 1343. E’ considerato il padre della letteratura inglese: uno dei primi a essere conosciuto per nome, capace di porre le basi dell’inglese moderno, utilizzando il Middle English cioè il dialetto della Londra di quel tempo, rendendolo l’inglese standard. Attraverso le sue opere, ha costruito un ritratto della società inglese della prima metà del XIV secolo. Nella sua opera più conosciuta e apprezzata, Canterbury Tales (I racconti di Canterbury), ha esplorato la complessità umana, la società a lui contemporanea e i suoi valori attraverso una vasta gamma di personaggi e storie. Scritto tra il 1387 e il 1400, il poema narra di trenta pellegrini, uomini e donne di tutte le professioni come artigiani, mercanti e membri del clero, i quali compiono un pellegrinaggio a Canterbury. Durante il viaggio, seguendo la proposta del proprietario della taverna dove si erano incontrati, raccontano due storie ciascuno con l’obiettivo di scambiarsi degli insegnamenti e proporre degli spaccati sulla propria vita. Purtroppo, l’opera non è conclusa e il finale è ignoto.

I pellegrinaggi nel Medioevo erano parte integrante della vita delle persone. Prima di partire, ogni pellegrino si preparava al viaggio con pratiche di purificazione: saldava debiti, si riappacificava con i nemici, faceva testamento. Poteva servire ad adempiere un voto, ad ottenere un’indulgenza o a cercare una cura miracolosa. Pur non essendo tutte inerenti alla cristianità, la Chiesa iniziò a riconoscere nel pellegrinaggio una compiuta espressione di pietà religiosa. In quest’opera i pellegrini raggiungono Canterbury, città simbolo di salvezza e santità, per purificarsi e visitare la tomba di San Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury nel XII secolo che, a costo della vita, si batté per l’indipendenza della Chiesa, di cui re Henry II intendeva assumere il controllo attraverso la promulgazione delle Costituzioni di Clarendon.

L’articolo integrale nelle pagine dedicate agli scritti dei ragazzi del Don Bosco di Borgomanero, con le notizie da tutti i territori della Diocesi di Novara si possono trovare sul nostro settimanale, in edicola a partire da venerdì 26 aprile. Il settimanale si può leggere anche online, abbonandosi o acquistando il numero cliccando direttamente sopra a qui.

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