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«Quella di oggi non è più una festa. Troppe situazioni difficili, lavoratori che pur avendo un posto fisso a tempo indeterminato non arrivano a fine mese per colpa del costo della vita e di un governo che ha un atteggiamento ed un modo di pensare ed agire non corretto. Purtroppo c’è poco fa festeggiare». Così Roberto Vittorio, segretario della Uil Novara e Vco, nel corso della cerimonia per il 1 maggio, che ha avuto le sue celebrazioni ufficiali ad Omegna, con il corteo, l’accompagnamento della Nuova Filarmonica Omegnese, l’intervento delle istituzioni e quello di sindacati e lavoratori.

«È un giorno di protesta, non di festa: ci preoccupano le condizioni di lavoro e i salari , che hanno una ripercussione sulla vita e sulla salute, oltre che un impatto economico. Negli ultimi anni c’è stato un peggioramento continuo» ha rimarcato Angelo Gallina, segretario della Uiltucs. «Assurdo che nel XXI secolo – ha aggiunto Riccardo Monzù della Cisl – si debba fare i conti con più di mille morti sul lavoro nel nostro Paese. Bisogna investire in sicurezza ed eliminare quelle aziende tossiche, per le quali i lavoratori sono solo numeri: il sindacato può e deve avere un ruolo di aggregazione e di vigilanza».

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